domenica, luglio 23, 2006

Ladies and Gentlmen: Depeschhhhhhh Mod

Ore 00:21 - Roma

Sono da poco tornato ad una base (home), non alla base...è da un pò che posso dire di non averne una.

Questo mi piace a volte, altre volte no (per questa frase pagherò il copyright)...la cerco e se non mi piace...cambio. Forse la desidero, forse la troverò oppure no...cazzo quant'è difficile dire quello che pensi quando non hai due mani che ti danno "una mano".

Sono passati 8 giorni da uno di quei giorni da ricordare. C'è chi dice che, alla fine della vita, se ognuno di noi facesse un bilancio, sarebbero poche le date o i giorni da ricordare...nn discuto il modo di vedere e intendere la vita ma quella data farà parte di me. Ho detto a me stesso che non avrei buttato righe sul concerto fino a quando non avessi riascoltato e cantato quelle canzoni.

Mentre scrivo Jimmy si è appena collegato (parlerò con lui e continuerò a scrivere senza togliere niente ad tutte le cose: Jimmy, il Cuba Libre e il blog...ci provo, intanto, welcome back Jimmy).

Lunedì 17 Concerto Depeche Mode.
Kayser, Gnomarella e Alessandro sono ancora chilometri di tempo distanti e io approfitto per fare un giro dello stadio: BUD, BUD, BUD.

Ho io i quattro biglietti perciò per me l'attesa è iniziata da un pezzo. Quanta gente intorno a me, simile a me anche se "vestita" in maniera diversa e che prova sentimenti diversi dai miei...tutti lì però, per uno scopo: nutrirsi di musica, di compagnia, di odori e colori.

Siamo entrati, ecco i nostri posti: ci disponiamo in fila e siamo ok. Cominciamo con le birre calde...e finiremo con le birre calde.

Si comincia: le prime note di "A Pain That I'm Used To" sono tanto forti che un ipod non riuscirebbe a sopportarle, ma la pelle d'oca comincia sulle braccia. Tutto si illumina e prima telefonata a chi doveva e vorrei fosse quì. Il cell non prende però...guardo le luci tra la gente nel partere e vedo una marea di telefonini accessi [...Non riesco a nascondere quello che provo, quello che so che è vero. Non si può sbagliare a capire la finzione, a me importa. Con una preghiera nell’aria, lascerò tutto come sta. Su una nota piena di speranza, non disperazione...].
Gahan ha troppo caldo e arriva a "A Question Of Time" [A volte non li biasimo per volerti, dopotutto sei carina...] già senza senza giacca ma con ancora il gilèt. "Suffer Well" forse è la prima canzone che mi fà sentire le sonorità a cui sono abituato e che ricerco da un pò di tempo [...Tengo duro. Soffri bene. A volte è difficile. Così difficile da dire...].
Birra (calda ovviamente), mi siedo, zoommo con i miei occhi bionici e quasi sono di fronte. Ascolto "Precious" [...Le cose preziose e fragili. Hanno bisogno di essere maneggiate in modo speciale...]. Se partecipassi a Sarabanda "Walking on my shoes" la indovinerei al primo colpo di basso...da orgasmo (quasi...non scherziamo) [Ti racconterei le cose in mezzo a cui mi hanno messo del dolore, a cui sono stato sottoposto...].

Spengo una sigaretta come piace a me, in un pacchetto o una birra vuota...troppo forte. Il batterista rifiata, ma è solo per un attimo e poi riprende il suo ritmo, all'apparenza lento ed eccitante contemporaneamente. "Stripped" arriva al momento giusto per cantare in coro [...Lascia che ti veda nuda fino all'osso. Lascia che ti senta parlare solo per me]. Uno dei momenti che aspettavo: "Home", e spingo il verde (punto).

E' il momento di Gore...tutti lo sanno e tutti lo accompagnano "It Doesn't Matter Two" [...Sono contento di averti. Anche se non sei qua ora. So che da qualche parte tu stai sognando...].

Rientra Dave, riposato, forse drogato (cazzo...chiamami !!!!!!). Grazie per aver scritto questa canzone "In your room", per aver messo in file queste parole e che forse tatuerò sulla pelle, sull'avanbraccio sinistro a contatto con le ferite che qualcuno o qualcosa ha deciso di regalarmi [...Pendo dalle tue parole Vivo sul tuo respiro Sento con la tua pelle Rimarrò per sempre qua?]...da sballo...niente potrebbe alterare questo ricordo...ah grazie a buon rendere...da dietro arriva una sigaretta farcita. L'atmosfera cambia improssivamente, tutto sembra più cupo ma anche più crossover (come ogni canzone dell'ultimo album) "Nothing's Impossible" [...Persino le stelle sembrano più luminose stanotte.Niente è impossibile.Credo ancora nell’amore a prima vista.Niente è impossibile...].

Anche questa spezza l'atmosfera del concerto un'altra volta "John The Revelator" [...Sette bugie, moltiplicate per sette, moltiplicate per sette ancora. Sette angeli con sette trombe...]. Durante "I Feel You" vorrei essere per un momento con la chitarra in mano e soprattutto vorrei suonarla quella cazzo di chitarra [...Ti sento. La tua anima preziosa. E sono tutt'uno...]. Rumore di un cerchione che finisce la sua corsa per terra ed è "Behind The Wheel". "World In My Eyes" [Lascia che ti porti a fare una gita, attorno al mondo e indietro...anche se io non tornerei mai] . Tutti cantano e si muovono in "Personal Jesus" cosa significherà per loro ? Cosa cercano di spiegarsi ? [Il tuo Gesù personale, qualcuno che ascolti le tue preghiere, qualcuno a cui importi di te...]. Finalmente la presentazione che aspettavo in "Enjoy The Silence" [...tutto ciò che ho sempre voluto, tutto ciò di cui ho sempre avuto bisogno, è qui tra le mie braccia...]. "Shake The Disease" è la vera sorpresa del concerto, la prima sorpresa...la seconda viene dopo "Photographic". "Never Let Me Down Again" (aripunto).

Canzoni che avrei voluto ascoltare:

1 - Waiting for the night [There is a star in the sky, guiding my way with its light...];

2 - Halo [Porti la colpa come catene ai tuoi piedi, come un'aureola al contrario...];

3 - Policy of truth [...È troppo tardi per cambiare i fatti, è il momento di affrontare le conseguenze...]

Di nuovo luci accese, stavolta tristamente accese. La gente comincia a lasciare lo stadio Olimpico, ci fermiamo a tutte le bancarelle che vendono le magliette e ne prendiamo 3. La mia: taglia S.

A tutti coloro che mi hanno accompagnato in questo viaggio: Thank you.

Ienarufus.